La crisi consiste nella definitiva diminuzione della capacità di spesa degli italiani.
Certo questa è determinata dalla fuga “in Cina” delle nostre aziende, dal debito pubblico generato, dalla incapacità dei nostri politici di risolvere i problemi,…., ma alla fine essa consiste nella diminuzione della capacità di spesa delle famiglie italiane.
Cosa significa questa situazione per uno studio dentistico?
Significa che il paziente di reddito medio e medio basso deve decidere se rimanere nello studio o cercarne un altro che coniughi la sua necessità di sicurezza e il suo desiderio di qualità con la progressiva diminuzione delle risorse che vi può dedicare.
Il paziente non desidera una migliore qualità clinica, la qualità la ha già o è convinto di averla, ma è COSTRETTO a muoversi per problemi non clinici.
Il paziente ha un grande rapporto umano che gli fa desiderare di rimanere con noi, ma è costretto a muoversi per problemi di denaro.
Il paziente non può fare a meno di curarsi, perché i denti fanno male e allora reagisce alla sua situazione,
– rimanda finché può, in attesa di chiudere i conti che ha in sospeso, le rate dell’auto, del televisore, il mutuo della casa,..
– conta i soldi che ha in cassa e se non li ha non ipoteca un futuro incerto, fa lo stretto necessario, in un secondo tempo il resto del lavoro
– Chiede dilazioni al dentista
ma se proprio queste strade sono chiuse
– cerca diversi studi dentistici e confronta prezzi, prende cantonate e torna dal vecchio dentista oppure trova un nuovo – dentista di qualità comparabile alla sua e “trasloca”.
– Si affilia a UNIsalute, Fasdac, … o qualsiasi altra convenzione che garantisca la possibilità di risparmiare.
– …… .
È questo modo di agire che spiega la diversità di espansione tra studi “low cost and higt quality” (LCHQ) e studi normali, perché gli studi LCHQ vedono un aumento di nuovi pazienti tre volte superiori agli studi tradizionali che al massimo non hanno flessioni.
Ma come si fa a genere uno studio che nello stesso tempo abbia un costo contenuto e una qualità elevata?
Non è una contraddizione in termini?
Certo è un problema di struttura piccola o grande, ma non dobbiamo dimenticare che in uno studio tradizionale si annidano sprechi per circa il 30% della prestazione che il paziente riceve: iniziative inutili, macchinari presi e mai utilizzati, tecniche ed organizzazioni obsolete per cui all’identica qualità e quantità di lavoro corrispondono costi molto diversi.
La crisi, in sostanza, ha messo in evidenza le differenze organizzative e ne ha fatto il fattore discriminante. Scorecard e DNTT ci aiutano ad affinarci in questo campo, perché la crisi si supera solo così, abbassando i costi e mantenedo la qualità, certamente non si supera facendo in bocca al paziente porcherie di cui ci vergogniamo noi stessi.
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